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Il Manicomio di Racconigi

Aggiornamento: 28 set 2020


Il manicomio venne allestito nel 1871 nel padiglione «Chiarugi», un palazzone di oltre diecimila metri quadrati, costruito a cavallo fra il '700 e l'800, prima come ospizio per i poveri, poi adibito fino al 1868 a collegio militare.


Con gli anni, in particolare dopo la Grande Guerra del '15-18, la struttura si ingrandì, fino ad occupare una dozzina di ettari.

La struttura, oltre al «Chiarugi», con un reparto per gli uomini e uno per le donne, comprendeva il padiglione «Marro» per «uomini tranquilli», il «Tamburini» per «donne tranquille», il «Morselli» dove erano presenti le celle di contenzione ed era destinato per le persone definite «acute», una colonia agricola da usare per l’ergoterapia, un laboratorio di ricerche cliniche, uno di anatomia patologica, uno di radiologia, uno di elettroterapia e una sala operatoria per gli interventi al sistema nervoso.

Inoltre, le cucine, la panetteria, la casa delle suore che erano una quarantina, la centrale di riscaldamento e vari altri edifici, disseminati in un ampio parco.


Negli anni ’70 i ricoverati sfioravamo i 1.500 e vi lavoravano più di trecento addetti: 7 medici, 52 infermiere, 121 infermieri, oltre a 67 suore (che agli inizi erano 140), impiegati, cuochi, sarti, muratori, macellai, panettieri...

Una vera e propria “città nella città”.


Il manicomio dopo l’entrata in vigore della Legge Basaglia chiuse nel 1981.



Com'era una volta


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