La famiglia Curtoni, dopo averla ereditata per matrimonio dai Pantini nei primi decenni XVII secolo, mantenne la gestione della villa per oltre due secoli, precisamente fino al primo decennio del XIX secolo; poi il complesso passò ai nobili veneti Grimani, ai Comello di Milano e ad altri proprietari ancora.
Alla corte di Cortalta si accede varcando un portale ottocentesco; si apre un’ala imponente e lo sguardo viene subito catturato dallo sviluppo del fronte meridionale della villa, lungo 140 metri, sul quale si affacciano la casa padronale, al centro, e le due barchesse, ai lati, con due torrioni a chiusura.
La facciata principale con ogni probabilità, è il risultato di un intervento di ristrutturazione operato, tra il ‘700 e l’800, sull'originario edificio cinquecentesco.
Una cornice divide orizzontalmente il piano terra, decorato dal primo piano nobile, intonacato con tracce di pitture ornamentali geometriche ottocentesche.
Sulla copertura del tetto, svettano due grandi comignoli.
All'interno, la distribuzione dei vani ripete nei due piani lo schema abituale, con un salone centrale e quattro sale laterali.
Fungono da ali alla casa due eleganti barchesse che reggono gli archi, sulla cui chiave di volta sono scolpite delle teste di divinità. Terminanti con una torre colombaia, questi due corpi rustici vennero edificati, come si legge in un'epigrafe, nel 1832 per l'essiccazione e lo stivaggio dei grani.
Sul lato destro, scorre il Gamandone, che un tempo animava un mulino ed una pila, edificata dai fratelli Curtoni nel 1649.
Nella corte si individuano altri edifici, come la casa del gastaldo, le stalle, la bottega del fabbro e del falegname: fino agli inizi degli anni ‘60 del secolo scorso, a Cortalta abitavano circa novanta persone.
L'interno della villa ancora parzialmente arredata.
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